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Guarire dall'ansia e dagli attacchi di panico: quando scappare peggiora tutto (e come smettere di correre via)

  • Immagine del redattore: Mattia Facci
    Mattia Facci
  • 26 giu
  • Tempo di lettura: 3 min

Chi non ha almeno una fobia strana tra amici o parenti? C’è chi sviene alla vista di un ago, chi entra nel panico davanti a un piccione (poveri pennuti…) e chi, pur di non prendere l’ascensore, si fa sei piani a piedi con le buste della spesa. Le fobie sono tra i disturbi psicologici più comuni... e tra i più bizzarri.

Ma dietro quelle che sembrano “paure esagerate” si nasconde un meccanismo preciso, che la Terapia Breve Strategica conosce bene.



Cos’è una fobia (e cosa non è)


Una fobia non è semplicemente “aver paura”. È un terrore irrazionale e sproporzionato che scatta come un antifurto impazzito in presenza (o anche solo al pensiero) di qualcosa che in sé non è davvero pericoloso: un ragno, un volo in aereo, un temporale, il vomito, potenzialmente qualsiasi cosa.

Chi ne soffre spesso sa bene che quella paura è esagerata. Ma questo non basta. 

La consapevolezza da sola non cura nulla. Se bastasse capire il perché di una paura, avremmo risolto tutto con un paio di chiacchiere al bar, no?


Il punto è che capire senza fare l’esperienza giusta è come leggere un manuale di nuoto… stando sul divano. Può essere interessante, ma non ti salva se stai affogando.


Bart Simpson che ha paura di annegare

La trappola delle “tentate soluzioni disfunzionali”


Chi ha una fobia, quasi sempre ha messo in atto delle tentate soluzioni per gestirla. Peccato che invece di risolvere il problema, lo alimentano come benzina sul fuoco.

Facciamo un esempio:

  • Hai paura dei cani? Cominci ad evitarli. Cambi marciapiede, eviti i parchi, giri al largo. Risultato? I cani diventano sempre più spaventosi nella tua testa, perché non dai mai al cervello la possibilità di fare esperienza che puoi gestirli.

  • Hai paura di svenire in un supermercato? Vai sempre accompagnato. Ma così mandi al cervello un messaggio preciso: “Io da solo non ce la faccio!”. E il panico cresce.

Ecco il paradosso: più scappi, più confermi al tuo cervello che hai ragione ad avere paura. È come se addestrassi la tua mente a reagire sempre peggio.


La terapia breve strategica: cambiare con l’esperienza


Per guarire dall'ansia e dagli attacchi di panico, la Terapia Breve Strategica va dritta al punto:ti porta a cambiare il modo in cui affronti la paura, costruendo esperienze emozionali correttive.

Non si tratta solo di “esposizione graduale” (che già funziona bene). Si tratta di creare esperienze paradossali che sbloccano il sistema fobico. E qui entra in gioco una delle tecniche più potenti e all’apparenza piuttosto inusuale: la “peggior fantasia”.

Sembra assurdo, ma funziona. La tecnica della “peggior fantasia” consiste nell’indurre la persona a provocarsi volontariamente la paura, in un contesto controllato.


Esempio pratico:

  • Una persona ha attacchi di panico. Anziché evitare i momenti critici, il terapeuta le chiede di ritagliarsi ogni giorno 30 minuti in cui deve sedersi in un posto tranquillo… e provocarsi volontariamente, deliberatamente le paure che più lo spaventano. Deve concentrarsi per ricercare attivamente lo scenario peggiore possibile.

“Dottore, ma così non sto peggio? Già sto male, ma perché infliggermi questo supplizzio?"

Spoiler: “non succede nulla”.


Se la terapia viene impostata in modo adeguato e la prescrizione viene data dopo un’accurata e precisa sequenza di incontri ben strutturati, l’effetto di questa tecnica è paradossale. Più cerchi di entrare nelle tu e paure, meno ci riesci.

Il sistema si inceppa. L’ansia anticipatoria (il vero carburante della fobia) crolla. Il paradosso è che, quando smetti di fuggire dalla paura e provi a inseguirla… lei scappa!

È un po’ come nei sogni in cui insegui qualcuno e quello fugge via. Finché scappi tu, lei ti rincorre. Ma se la affronti, perde potere.


I risultati? Rapidi, concreti, duraturi


Con questo tipo di intervento (spesso in 8-10 sedute) si possono ottenere risultati davvero sorprendenti. Niente anni di analisi sul divano. Niente infiniti discorsi sul passato. Solo strategie mirate a interrompere il meccanismo che tiene in piedi la fobia.


E quando la persona sperimenta, anche solo una volta, che può affrontare ciò che teme… qualcosa cambia profondamente. Il corpo lo sa.

Quello che è sentito, non ha più bisogno di essere capito.

 


In conclusione



Le fobie non sono una follia da nascondere, ma un sistema intelligente… che è andato fuori giri.

Ma con le giuste esperienze, si può riprogrammare tutto. Basta smettere di scappare, guardare in faccia il mostro e scoprire che, spesso, fa meno paura di quanto sembrava.

E tu? Cosa succederebbe se oggi provassi volontariamente a immaginare la tua peggior fantasia?

Potresti scoprire che il peggior incubo, affrontato nel modo giusto, può diventare il tuo miglior alleato.

Uno squalo che farfuglia


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